Le origini dell’arte profetica attraverso le carte, cioè della cartomanzia, non sono del tutto certe ed intorno ad essere c’è un’aria misteriosa.
Si può affermare con certezza solamente che la simbologia delle carte utilizzate nella cartomanzia, ovvero i simboli dei tarocchi, appartengono all’età dei sumeri; nella sua evoluzione però la lettura ha subito le influenze delle culture dell’India e della Cina che hanno modificato la concezione di tali simboli arrivando a contaminare anche l’Europa.
La cartomanzia dell’età moderna è influenzata soprattutto dalla cultura gitana: proprio per tali motivi, quando si parla di cartomanzia e tarocchi si pensa subito agli zingari; soprattutto, è una credenza diffusa quella di ritenere gli zingari come creatori e artefici dell’arte profetica dei tarocchi.
Proprio a causa di tali credenze, si sono diffuse sempre più leggende che vedono i popoli nomadi degli zingari come utilizzatori per eccellenza dei tarocchi e, soprattutto, si credeva che usassero tali metodologie, addirittura, per predire quelli che dovevano essere i loro spostamenti; sostanzialmente, veniva e, da alcuni, viene vista tutt’ora come una cultura che si fonda su questa arte e ne trae beneficio in ogni campo.
I cartomanti gitani, inizialmente, erano anche una sorta di artigiani, in quanto erano loro stessi i mazzi di carte ed usavano la parola per diffondere l’arte ed i significati simbolici delle carte. Questa tradizione, ovvero quella della diffusione orale del sapere, è intatta tutt’ora ed i cartomanti gitani rivelano solo ai membri della propria famiglia i segreti di questa antica forma d’arte.
Gli zingari sono stati fondamentali per quest’arte e soprattutto per il passaggio dei tarocchi da semplici carte utilizzate nel gioco a strumento necessario ed indispensabile per l’arte divinatoria della cartomanzia. Questi cambiamenti sono avvenuti in un epoca altrettanto importante nel quale sono stati apportati cambiamenti alla società sotto tutti i punti di vista.